Storia ed origine della viticoltura in Italia

Uno degli appellativi con cui anticamente veniva chiamata l’Italia era quello di “Enotria Tellus” ossia, letteralmente “Terra del vino”.

Non stupisce, dunque, che la storia e l’arte della viticoltura nel nostro Paese sia estremamente antica e radicata in tutte le diverse regioni del nostro territorio.

Per gli antichi Greci e Romani il vino rappresentava una bevanda pregiata, associata al Dio Bacco e in quanto tale simboleggiava la ricchezza e l’abbondanza di una famiglia.

Quella della viticoltura era un’arte che veniva tramandata di generazione in generazione e che, a differenza di altri settori, non ha mai conosciuto crisi, eccezion fatta per i periodi di guerra.

L’origine della viticoltura in Italia

Le prime testimonianze della viticoltura in Italia risalgono a circa il 1000 A.C quando i Greci iniziarono a colonizzare la zona della Calabria e della Sicilia dando vita alla “Magna Grecia”.

A partire dall’VIII e VII secolo A.C il vino cominciò ad essere prodotto anche in Toscana: gli Etruschi diventarono tra i maggiori produttori ed esportatori di vino, in particolare di tipo rosso. Inoltre, le famiglie Patrizie più in vista erano solite offrire ai loro ospiti lauti banchetti innaffiati da litri di vino.

Durante il periodo delle invasioni barbariche il commercio del vino venne interrotto per essere poi ripreso durante l’epoca Medioevale e Rinascimentale.

L’Italia feudale e nobiliare riscoprì il piacere del vino sia nella vita pubblica che privata.

Le famiglie e le casate nobiliari più famose organizzavano frequentemente bacchetti proprio come nell’antica Roma, contribuendo in questo modo alla diffusione e allo sviluppo della viticoltura. Si dice che i Medici fossere tra i principali sostenitori del settore vinicolo toscano del Cinque e Seicento.

Lo sviluppo e la modernizzazione dell’industria vinicola

A partire dal Novecento, con l’inizio dell’evoluzione tecnologica ed industriale, anche il settore dei vini e della viticoltura ha conosciuto un cambiamento radicale: sono stati introdotti nuovi macchinari per la semina, la raccolta, la potatura, l’irrigazione e, perfino, per il controllo della temperatura e dell’umidità.

Notevoli cambiamenti si sono avuti anche nella fase di vendemmia e nei processi di conservazione e controllo del vino.

La modernizzazione delle tecniche viticole ha permesso di aumentare sia la varietà che la qualità dei vini prodotti in Italia, molti dei quali vengono oggi esportati, degustati e apprezzati in tutto il mondo.

La Toscana è stata la prima a tecnologizzare il comparto enologico, seguita poi dal Friuli Venezia Giulia, dal Piemonte e dal Trentino. Oggi in tutta Italia sono stati introdotti dei meccanismi tecnologici e informatici che hanno cambiato radicalmente la produzione vinicola.

Oggi l’Italia è uno dei maggiori produttori e esportatori di vino a livello internazionale con una media di circa 60 milioni di ettolitri all’anno, un trend in costante crescita e aumento. Sempre nel nostro paese, inoltre, si registra una delle maggiori percentuali di vini di qualità come quelli DOP, DOC, DOCG e IGT. Ciò è merito anche di una legislazione particolarmente completa che mira a proteggere, tutelare e valorizzare il vino italiano, difendendolo dai tanti falsi enologici di origine soprattutto cinese.